domenica 9 dicembre 2012

CENSIS - sintesi del rapporto 2012

la società e la crisi


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La crisi viene vista come:








- crisi perfida
- crisi permeata da eventi estremi ed incomprensibili
- crisi caratterizzata da parole non chiare come spread e default
- crisi che riporta in auge le tre R : risparmio, rinuncia, rinvio.
- crisi che genera paura e resistenza in trincea
- crisi che fa guardare con nostalgia al passato (si stava meglio quando si stava peggio)
- crisi causata dalla politica
- crisi che genera rabbia ( per il 52,3 % degli Italiani)
- crisi che viene affrontata con voglia di reagire ( per il 20,1 % degli Italiani)








Come la società reagisce alla crisi












- riposizionandosi nel tessuto sociale
- i giovani vedono nei “ percorsi di formazione tecnico-professionale le prospettive di inserimento occupazionale più certe".
- creando modelli associativi
- ricorso ad aiuti nell'ambito familiare
- creando imprese cooperative ( aumentate del 14 % in 10 anni con + 8 % occupati a fronte di un calo generale dell'occupazione del 1,2 % )
- ricorso al noleggio di autovetture e al car sharing
- l'agricoltura diventa più competitiva
- il commercio inventa nuove forme di distribuzione
- crescono i controlli e certificazioni di qualità
- cresce molto l'informazione prelevata da internet
- nel manifatturiero dal 2009 ad oggi le imprese sono diminuite del 4,7 %
- nel 2011 sono state avviate circa 800 nuove aziende nel settore delle applicazioni Internet. L'età media degli imprenditori del settore è di 32 anni.









Come cambia la scuola







- la scuola favorisce gli scambi e i soggiorni all'estero di studenti e insegnanti
- il 68,1% dei dirigenti scolastici dichiara che la propria scuola negli ultimi cinque anni ha partecipato a percorsi di "internalizzazione",
- nel 38 % delle scuole docenti e discenti sono andati all'estero .
- I giovani che hanno deciso di completare all'estero la loro formazione superiore sono aumentati del 42,6%
- le immatricolazioni universitarie sono diminuite del 6,3% tra il 2007 e il 2010 soprattutto nelle facoltà "generaliste"
- l'orientamento verso percorsi di studi di tipo tecnico-scientifico registrano un progresso del 2,7% tra il 2007 e il 2010.






Come la famiglia reagisce alla crisi:




- i consumi tornano ai livelli del 1997
- reddito familiare 15.600 euro/anno ( calo del 2,8 % nel primo trimestre 2012 e del 4 % nel secondo) . Dieci anni fa era di 26.000 euro/anno (ragguagliato al potere d'acquisto) con una riduzione del 40 %
- propensione al risparmio passa dall' 8 % del 2008 al 8 % del 2012
- 83 % delle famiglie cerca offerte speciali e prodotti meno costosi
- 65,8 % riduce spostamenti in auto
- 42 % rinuncia a viaggi e turismo
- 39,7 % rinuncia all'acquisto di abbigliamento e calzature
- 2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro o altri oggetti preziosi
- 2,7 milioni di italiani coltivano ortaggi e verdura per l'autoconsumo
- 11 milioni di italiani preparano tutto in casa, dal pane ai gelati.
- le famiglie che hanno una ricchezza superiore a 500.000 euro sono aumentate dal 6 % al 12 % in dieci anni
- le famiglie che hanno una ricchezza compresa tra 50.000 e 500.000 euro sono diminuite dal 66,4% al 48,3% in dieci anni
- le famiglie con capofamiglia di età inferiore a 35 anni detenevano nel 1991 il 17,1% della ricchezza totale delle famiglie, nel 2010 tale quota è scesa al 5,2%.
- nel corso del 2012 il 29,6% delle famiglie ha realizzato un trasferimento economico a favore di un proprio componente (esborso annuo complessivo è di circa 20 miliardi di euro)
- la casa diventa un bed & breakfast (scelta compiuta dal 2,5% delle famiglie nelle grandi città)
- si affittano alloggi prima tenuti vuoti ( + 3,9%)
- le famiglie in affitto nei centri urbani sfiora il 30%
- il 2,6 % delle famiglie vende la propria casa, senza ricomprarne una nuova, rassegnandosi all'affitto











       crisi del lavoro     









persone in cerca di lavoro 2.753.000 ( + 34,2 % nell'ultimo anno) di cui:
- 25 % con più di 44 anni
- 25 % ha una età compresa tra 35 e 44 anni
- 50 % ha meno di 35 anni
- il 20,4% ha perso l'occupazione nel corso del 2011.



e allora cosa possiamo dire ?
W Renzi ... W Bersani .... W il ritorno in campo di Berlusconi .... W la probabile candidatura a premier di Monti ....

Rivotiamoli tutti, ancora, si ... che hanno rubato poco, che hanno causato pochi danni.
Ci possiamo permettere di cadere ancora più in basso, prima di arrivare ai livelli del Burundi ce ne vuole !